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Prevenzione, Masi (UniPi): "Necessario aumentare l’adesione agli screening per salvare molte vite"
mercoledì 21 maggio 2025, di
"Si può fare tanto perché lo screening del tumore del colon retto si può fare con un test molto semplice che è la ricerca del sangue occulto nelle feci e in caso di positività questo test veramente va completato con la colonscopia che invece è un esame più invasivo e più complesso. Nonostante questo però, in Italia le varie regioni convocano generalmente le persone sane a partire dai 50 anni di età, l’adesione allo screening è bassissima, è inferiore al 50% a livello nazionale, pur essendo questo un test semplice e non invasivo." Lo ha dichiarato Gianluca Masi, professore di Oncologia all’università di Pisa e direttore dell’Oncologia medica dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, in occasione della tappa di Pisa del tour di sensibilizzazione sul tumore uroteliale ’Non girarci intorno’, promosso da Merck che si lega al Giro d’Italia, uno degli eventi sportivi più seguiti nel nostro Paese, di cui Merck è official partner. "È un test che però può salvare tante vite, può permettere una diagnosi precoce e quindi una cura definitiva di questi tumori in stato iniziale ed è assolutamente da promuovere e da eseguire - ha continuato Masi - Ogni qualvolta arriva la lettera dell’azienda sanitaria per recarsi a portare il campione per la ricerca del sangue occulto nelle feci dobbiamo sempre andare, lo screening è fondamentale perché il primo passo verso una cura definitiva di un tumore avanzato è in realtà far sì che non sia diagnosticato in fase avanzata ma in fase iniziale. Ogni qualvolta noi facciamo la diagnosi precoce aumentiamo tantissimo le possibilità di guarigione definitiva e quindi è uno degli elementi più importanti del percorso oncologico in Italia e non solo." ha concluso